Obiettivo di questo scritto non è certamente quello di descrivere le modalità e le caratteristiche neurobiologiche implicate nella maturazione del cervello passando in rassegna la gigantesca mole di studi a riguardo. Tuttavia, la necessità di chiarire determinati e sintetici elementi che permettano di comprendere meglio i meccanismi che si sviluppano nel cervello adolescente, appaiono senza dubbio necessari. Fin dalla nascita, infatti, nel cervello si verificano profonde modificazioni ormonali e fisiologiche che rendono l’encefalo umano uno tra gli organi più sviluppati della Terra. La figura 4 mostra in che modo avvenga annualmente la modificazione dello spessore corticale in millimetri. La perdita di materia grigia viene indicata con colori che vanno dal verde al rosso, dove rosso ne indica la maggiore perdita, mentre, con i colori che vanno dal blu al viola è indicato l’acquisto di crescente di materia grigia. Lo studio ha visto indagati 45 bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni di età, ai quali è stata effettuata una RM ogni due anni (Sowell, 2004).
Figura 4
Come sottolinea Serpelloni, (Serpelloni, et al., 2010)l «il cervello di un adolescente di 14- 15 anni è parzialmente sviluppato e fortemente legato alle emozioni. Il sistema limbico che media l’emotività e gli impulsi si sviluppa infatti precocemente, ed è situato nelle strutture profonde del cervello. La corteccia prefrontale e frontale, che sono le parti legate alla razionalità, alla cognizione, alle funzioni sociali e al linguaggio, maturano più tardi, attorno ai 25 anni. Sono le regioni che bloccano le decisioni prese d’impulso sotto la spinta delle emozioni. La prevalenza di comportamenti a rischio durante l’adolescenza è quindi facilmente spiegabile dall’immaturità di alcune regioni cerebrali rispetto ad altre, in particolare dallo scarso controllo delle regioni corticali frontali sugli impulsi primari.»
L’immagine sotto riportata (fig. 5) è estremamente esemplificativa. Gli studi condotti da Thompson (Thompson & al., 2004) mostrano che l’evoluzione cerebrale dai 5 ai 20 anni d’età segue diverse fasi: le regioni corticali per l’elaborazione delle funzioni primarie si sviluppano prima delle funzioni cognitive di ordine superiore come ad esempio le emozioni e l’autocontrollo. Più nello specifico, la corteccia prefrontale, che controlla le funzioni esecutive, conclude tardivamente il suo percorso di maturazione intorno ai 20 anni di età.
Figura 5
Osservando la figura 5 si e vince che in rosso viene mostrata l’area nella fase ancora immatura, mentre in viola quella completamente maturata, pertanto, la corteccia prefrontale dorso laterale (DLPFC) è l’ultima parte della corteccia a maturare. Lo sviluppo cerebrale non si conclude con l’adolescenza, ma continua in età adulta, anche se con modalità meno impetuose.
Altro fattore noto e altresì importante che concerne lo sviluppo del cervello è quello che si verifica all’inizio dell’adolescenza: la sinaptogenesi. In questo periodo della crescita, infatti, si verifica una proliferazione di nuove sinapsi successiva a quella della nascita. Aumenta quindi progressivamente la sostanza grigia che, in questa fase, raggiunge il suo picco massimo per poi raggiungere successivamente la stasi. La sinaptogenesi, quindi, è un processo di formazione di sinapsi neuronali che servono ad ottemperare la necessità di alta specificità delle connessioni neuronali della corteccia.
Successivamente alla fase sinaptogenetica è possibile riscontrare un altro importante fenomeno che si presenta durante lo sviluppo: il pruning sinaptico. Dal verbo inglese prune [ˈpruːn], potare, si riferisce allo sfoltimento delle sinapsi chiamato anche Darwinismo neuoronale. In altre parole, rimangono e si strutturano solo le connessioni che vengono effettivamente utilizzate, mentre, quelle meno usate, vengono definitivamente eliminate. Vige pertanto, un approccio denominato use it or loose it (trad.it. usalo o perdilo) ed è per questo che è fondamentale che il sistema educativo in cui il soggetto è inserito deve permettergli il miglior possibile sviluppo ed insegnare alla capacità di controllo. Vanno infatti forniti strumenti per aumentare la capacità di controllo e non solo il soddisfacimento degli impulsi. Per fare un parallelismo riguardo a quanto prima descritto, la capacità del controller deve essere ben controbilanciata a quella del driver (Serpelloni, et al., 2010).