Eskere!
Progetto di contrasto alle dipendenze nei preadolescenti e gli adolescenti Ternani
Eskere è un neologismo frutto di un’abbreviazione per assonanza della locuzione inglese “Let’s get it”, ossia “Facciamolo!”. Ideato e diffuso dalla dai trapper della Dark Polo Gang, il termine è diventato un vero e proprio termine generazionale che rappresenta gli adolescenti contemporanei. Il termine è spesso utilizzato per incitazione all’azione o per esprimere felicità. L’attività che propone l’associazione Inter Alma con questo progetto è contrastare il l’importante problema dell’abuso di sostanze psicotrope tra i giovani della città di Terni
Consumi nella popolazione studentesca
Le informazioni fornite per dallo studio campionario provengono da quanto fornito da ESPAD Italia, ente che da oltre 20 anni analizza i consumi psicoattivi ed altre componenti a rischio nei giovani come uso di internet e gioco d’azzardo. L’ESPAD acronimo di European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs si occupa di progetti transnazionali condotti contemporaneamente in più di trentacinque Paesi europei monitorando sia le sostanze attive tradizionali che le nuove droghe. Secondo i risultati dell’ultimo report (dati 2018), il 33,6% degli studenti italiani, ovvero circa 870.000 ragazzi, ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita (di cui maschi il 37,3% e le femmine il 29,6%). Il 25,6% (Maschi=29,2%; Femmine =21,8%) ha invece riferito di averne fatto uso nel corso dell’ultimo anno per un totale di circa 660.000 studenti. Tra questi, il 10,6% è definibile “poliutilizzatore”, avendo assunto due (5,8%) o almeno tre sostanze (4,8%), mentre i restanti 89,4% hanno dichiarato di aver assunto soltanto una sostanza. Sono invece 400.000 (pari al 15,5% del totale) gli studenti che hanno utilizzato sostanze psicoattive illegali nel corso del mese in cui è stato condotto lo studio (Maschi=18,5%; Femmine=12,3%) e il 3,8% ne ha fatto un uso frequente (Maschi=5,8%; Femmine=1,7%). Questo comporterebbe che più di 97.000 studenti abbiano utilizzato 20 o più volte cannabis e/o 10 o più volte le altre sostanze illegali (cocaina, stimolanti, allucinogeni, eroina) negli ultimi 30 giorni. Circa 30.000 studenti (l’1,2% del totale) hanno riferito di aver assunto una o più sostanze senza sapere cosa fossero: per il 64,7% si è trattato di un’esperienza fatta al massimo 5 volte, per uno studente su quattro, invece, si è ripetuta 20 o più volte. Il 78,1% di chi ha preso sostanze senza sapere cosa fossero era anche all’oscuro degli effetti che avrebbero provocato. Nel 45% dei casi si trattava di pasticche, nel 24% di sostanze liquide, nel 23% di miscele di erbe, nel 21% di polveri o di altre forme sconosciute e nel 14% dei casi di cristalli.
Quanto, invece, alla tipologia di sostanze utilizzate dagli adolescenti, vediamo nel grafico sottostante che la Cannabis si pone al primo posto tra tutte superando di tre volte la percentuale di distacco dalla successiva. A seguire, tuttavia, troviamo un allarmante dato rappresentato dalla NPS (New Psychoactive Substances – NPS) che, con il 10,8% si pongono seconde classificate. Queste nuove sostanze, stanno raggiungendo un grado esponenziale di sviluppo che ha conquistato sopratutto i giovanissimi. Lanciate attraverso canzoni di genere Trap ed a mezzo di app per smartphone, le NPS destano una preoccupazione crescente che deve assolutamente imporre una riflessione su come contrastare questo fenomeno.
In ogni modo, in base quanto emerge dal rapporto del report al Parlamento, tra quelli che hanno assunto una sostanza stupefacente, circa la metà (51,9%) degli adolescenti ha assunto cannabis. L’età d’inizio è stata tra i 15 e i 16 anni anche se, in assoluto, il primo utilizzo sembra essere avvenuto a 12 anni. In questo caso, maschi e femmine sembrano avere una distribuzione costante nell’utilizzo salvo nei 15-16 anni in cui le femmine sembrano aver concentrato maggiormente l’esordio al consumo. Tra gli studenti che hanno fatto uso di cannabis nel 2018, il 60,8% ha riferito di aver assunto la sostanza stupefacente meno di 10 volte durante tutto l’anno e il 12,9% tra 10 e 19 volte. Il 26,2% l’ha invece è consumata 20 o più volte e questo è avvenuto soprattutto tra i maschi. Inerentemente alle NPS il 10,8% degli studenti pari a 280.000 ragazzi ha riferito di aver assunto almeno una volta nella vita una o più di queste sostanze. A titolo di cronaca va ricordato che, tra le categorie attribuibili a queste sostanze psicoattive, troviamo principalmente cannabinoidi sintetici conosciuti in gergo col nome
spice
utilizzata dall’8,5% degli studenti. Per quanto riguarda, invece, la cocaina, il 2,8% degli studenti, quasi 74.000 ragazzi, ha fatto uso di questa sostanza almeno una volta nella vita. Gli studenti che hanno riferito un consumo frequente della sostanza ovvero più di 10 volte al mese sono lo 0,4% pari a 10.000 ragazzi. Il 23,4% di coloro che hanno utilizzato cocaina lo ha fatto per la prima volta quando aveva 16 anni, in particolar modo i ragazzi. Sono invece 38.000, pari all’1,5% degli studenti italiani, ad aver riferito di aver fatto uso di eroina almeno una volta nella vita. Il consumo frequente di eroina, ovvero 10 o più volte nel mese, ha riguardato 6000 studenti, pari allo 0,2%. Gli utilizzatori sono principalmente di genere maschile E le percentuali più alte di utilizzo rispetto all’età sembrano essere concentrate all’età di 19 anni. Relativamente agli stimolanti, il 2,6% degli studenti (circa 67.500 ragazzi) ha utilizzato anfetamine, ecstasy, MD e MDMA almeno una volta nella vita. Per circa la metà degli studenti interessati, l’età di primo utilizzo di stimolanti è anteriore al compimento dei 16 anni.
Destinatari
Studenti di scuole superiori del Comune di Terni.
Finalità
Le esigenze e i bisogni, in merito al complesso e variegato mondo degli adolescenti, sui quali si è deciso di rispondere con il presente progetto sono i seguenti:
1. necessità di contrastare la diffusione e l’aumento dei fenomeni di dipendenze da sostanza psicotrope tra gli adolescenti e i giovani;
2. bisogno di fornire strumenti specifici ai ragazzi per combattere l’analfabetismo emotivo nel quale appaiono immersi, ovvero difficoltà di lettura delle proprie emozioni e dei codici di comunicazione verbale e non verbale che caratterizzano le relazioni interpersonali;
3. necessità di alimentare lo spirito critico e l’autoconsapevolezza sul problema a fronte di una previa conoscenza teorica, per rafforzare l’idea di sé e delle proprie possibilità;
4. rafforzare il legame tra il possesso dei contenuti e il saper fare, ovvero la capacità di “tradurre” le conoscenze in competenze;
5. sensibilizzazione dei ragazzi nei confronti dei rischi a cui vanno incontro nell’uso di sostanze illegali per contrastarne la diffusione e l’abuso.